giovedì 1 luglio 2021
Donne che amano troppo - Robin Norwood
E' un periodo molto delicato della mia vita. Avverto una crisi, ormai matura, che forse e' iniziata tanto tempo fa e che ora si sta manifestando in tutta la sua potenza. Vivere questa pandemia, lontano dal mio paese di origine, mi provoca molta ansia (non avrei mai pensato nel 2019 di essere ancora qui e che la mia liberta' di poter andare in Italia quando ne ho voglia sarebbe stata limitata da compagnie aeree e governi che mi isolano e allontanano ancora di piu' dalle mie radici). Sembra tutto molto, molto, difficile, e sembra tutto a tratti impossibile da risolvere. Il libro della Norwood alla fine e' anche utile, ma dovete essere pront* ad esserne destabilizzati. Potrebbe essere il primo passo di un cambiamento radicale del vostro paradigma, e questo e' un pensiero notevole da accettare.
mercoledì 30 giugno 2021
Un ritorno - Premessa
giovedì 23 aprile 2009
ennesima ( 1 )
All'epoca ero fidanzata con un ragazzo che era pazzo di me, e anche io ero abbastanza presa da lui ( io sono stata presa da tutti i miei ragazzi onestamente,finchè loro non mi hanno deluso.E lo dico senza arroganza. Forse è questo che mi sfibra.)
Era primavera, c'era quel piacevole sole tiepido, io uscivo da scuola alle 13,40 per ritornarci verso le 14,30 o 15,00 al massimo. Orario in cui si iniziava con il laboratorio di teatro ( che proprio un laboratorio non era, ma in quel momento era l'unica cosa che potevo permettermi per regalarmi l'illusione di recitare.Dovevo finire la scuola e i miei genitori mi volevano bell'impacchettata in un cento tutto convenzionale. Fino in fondo. Forse anche io mi volevo così, ma perchè così mi avevano insegnato a pensare. Se adesso potessi ritornare indietro mi vorrei scolasticamente sufficiente, il 6 politico per intenderci, ma molto piu strafottente).Yu-hu !
Quell'anno incontrai un grande amico, Varvone ( per via della sua barba folta ) e insieme mangiavamo pizze comprate dalla pizzeria "il capriccio", bevevamo Peroni o vino primitivo e ascoltavamo, tra le varie cose, gli afterhours, in quello che noi chiamavamo IL LOCALETTO.
Un posto consacrato solo all'ascolto di noi stessi e della musica.
All'epoca ero fragile, vibrante, mi emozionavo pensando al futuro, poi però mi sentivo anche ambiziosa e destinata ad un successo sicuro. Oh, ero veramente così.
Veramente.
Il localetto era quasi sempre in penombra, illuminato solo dalle candele, c'erano due poltrone stile salotto degli 70 e un tavolo allestito a banco in cui ci stava di tutto. Dai disegni che varvone faceva ai posaceneri pieni di mozziconi di sigarette e spinelli, ai testi che lui scriveva, che io scrivevo, alle lettere aperte che ci scrivevamo e che poi ci leggevamo curiosi di ascoltarne il consenso o il parere contrario.
Stamattina, ho riascoltato gli Afterhours, mentre ero al lavoro, a Greenock, ed ero tutta affacendata in un piattissimo copia e incolla di nomi di aziende e verifiche delle stesse. Il drag and drop delle 11,30, quello che fai perchè non puoi fare altre chiamate visto che tutti escono dall'ufficio perchè in Francia stanno un'ora avanti e vanno a mangiare.
Quante cose sono cambiate, quante persone che se guardo indietro non vedo piu, e quante altre ne ho incontrate.
Mi chiedo solo se ne sia valsa la pena. Si,perchè oggi dopo tutto sto tempo che sto qui per la prima volta mi sono chiesta se veramente ho fatto bene le mie cose in tutto questo tempo . Se dopo 6 anni dai miei 18, ascolto gli afterhours dicendomi che mi mancano delle cose, forse ho sbagliato delle fasi e devo ammetterlo. Se uno sbaglia deve ammetterlo, per permettersi un proseguimento del viaggio piu tranquillo. Per lo meno.
Forse in tutto questo tempo io ho fatto quello che gli altri volevano. I miei genitori e tutti i miei fidanzati. Tutto fatto per non deluderli e non rimanere da sola. E io so quanto cazzo avevo paura di essere sola. Così tanta paura che sono venuta qui.
Adesso, sono qui da quasi due anni.Niente da parte, un lavoro gratificante solo quando sono di buon umore ( perchè poi è veramente chiedere troppo quando questo lavoro ti deve piacere se lo guardi con oggettività e obiettività). La motivazione c'è ma piu che altro grazie ai colleghi, per lo spirito sfigato che tutti condividiamo, non per altro. E a volte mi faccio rabbia perchè mi sento un criceto che insegue una chimera. Per la prima volta mi sento come se avessi perso tempo. E questa sensazione di perdere tempo, di essere fuori dal binario mi da fastidio.
Si dice che la crisi uno l'abbia ai 30 anni, ma io ne ho 26 e mi sento abbastanza alla deriva, senza approdi. Un bel pò diversa da quella che aveva tutte le ambizioni del mondo.
Sarà che è fine mese, sarà che sto aspettando lo stipendio, sarà che devo mettere da parte i soldi per andare al Fusion Festival, sarà che mi devo comprare delle altre scarpe o almeno un prodotto per non rovinare la pelle di quelle che ho attualmente, sarà tutta sta musica mi stordisce e al tempo stesso mi parla e mi dice cose che non voglio sentire, sarà che sono nella vita adulta anche se non l'ho voluta e non l'ho chiesta. Sarà per qualche cazzo di motivo ma io non c'ho proprio voglia di sbattermi ancora. Questa è la verità. Io mi sento stanca.
E mi sento stanca di tutto, soprattutto di pensare, di pensare per paragonarmi agli altri, per vedere quante parole nuove so, per vedere se mi ricordo quelle che ho imparato 5 anni fà, stanca di essere stanca.
Porca miseria. Non è cosi che deve andare.
Ma se penso al mondo, mi sembra troppo freddo per accogliermi e se penso a me,a ME diamine, mi sento una che non ha ancora capito niente di come si vive e più mi affanno per trovare la soluzione più non la troverò mai.
Volevo mettervi la canzone NON è PER SEMPRE ( Afterhours appunto, ma su youtube non c'è niente che valga veramente la pena di postare salvo per una versione che però riporta spezzoni del film Dogville - per carità bellissimo- ma vorrei tenere le due cose distinte) . Vabè, poco male, potete sempre ascoltarvela voi. Anzi vi do la mia triade : OSSIGENO - RAPACE - NON è PER SEMPRE.
Ciao.
martedì 24 marzo 2009
un filo lungo e mai lineare, nè un inizio nè una fine.
Però diciamo che siamo giunti proprio al momento in cui il guscio si rompe. Quindi, tutto nuovo.
L'aria è nuova, mai stata piu nuova di così, gli odori, i sapori, le percezioni in generale. La vita è nuova. Sebbene restino tracce di qualcosa di recente che è ancora a metà tra il tassello "vecchio" del mosaico e quello successivo, quello attuale. Ecco è come se questi due tasselli fossero vicini, seppure completamente diversi, e insieme vanno comunque a fondersi nel grande disegno a tessere che è la mia esistenza. o vita. Dipende dai punti di vista.
Quello che resta, sembra, talvolta ai miei occhi, una specie di telo, consumato, che credo innumerevoli volte di aver perso ma poi ecco che lo ritrovo.
Non c'è molto a farmi sentire così, è solo un cd. Ma è un cd che è stato li a scandire i minuti di un non lontano fine settimana in viaggio.
Le curve della strada seguivano silenziosamente la musica dei brani, i paesaggi al lato erano i grandi occhi che ci guardavano senza troppe pretese ma con serenità.
Quel cd l'ho rimesso oggi dopo averlo evitato anche solo con il pensiero per dieci giorni circa. Andava fatto, andava messo in questo modo il coperchio per chiudere la botola?
Non lo so..
Le cose cambiano, non sempre quando lo si vuole. Le cose cambiano, e poi a volte, si ha la fortuna di essere anche pronti ad accettarle cambiate, ma questo non è uno stato scontato degli eventi.
Questa volta io sono stata pronta ad accettare il cambiamento, ma non significa che accettarlo sia stato facile solo perchè è avvenuto con calma. Anzi forse lo stato di calma mi sottopone con piu attenzione le differenze e la rispettiva analisi.
Mi sottopone anche con meno fatica la constazione che altre persone invece siano da rimuovere definitivamente. Da recidere come radici secche.
Ci pensi un attimo, ricordi la loro faccia penosa e non ci pensi piu di tanto. Ti dici proprio che hai fatto bene, e che anzi, hai fatto pure male a perderci tempo e a farti scrupoli.
Ma vabbè...i patetici, retorici, sentimentali, vigliacchi, senzapalle, di questi problemi non se ne pongono.
E non me li pongo manco io, perchè sto veramente bene. Cioè : ahh... un po di freschezza piuttosto che puzza stantia di flaccida mancanza di intelligenza. Quanto tempo era che non mi sentivo cosi ? Tanto appunto.
Solo un pò di ipocondria che va e viene tende a rovinare i preziosi momenti che rasentano quasi la perfezione. Ma forse stavolta non è ipocondria, non infondata. Forse. O forse si, chi lo sa.
Mi sono detta che però è importante che rimanga vigile, che non mi faccia prendere dal panico, che è inutile pensare alle tragicità, perchè è cosi che poi tali diventano.
Ma il cd rimane, ed in fondo ti ringrazio per avermelo regalato. Grazie veramente.
Mi piacerebbe se ci fossero sempre reciprocamente mani tese per l'altro.
Il mio amico di casa mi manca. Quello che passava le sue ore con me, la persona che ascoltava i miei racconti, e che rideva con me di tutto. Ridere. Quanto mi ha fatto bene in tutto questo tempo, ridere e sorridere. Adesso è un po diverso da quel punto di vista. I pomeriggi per quanto inizino, timidamente, ad essere più luminosi e soleggiati, sono piu silenziosi, e a fatica li riempio con soddisfazione.E' come se rimanesse sempre un angolo freddo all'interno di ogni pomeriggio. A volte è tranquillo invece, e sono semplicemente serena, dicendomi che tutto è collocato giustamente per tutti e che non c'è un solo motivo per abbattersi. Ed è vero infatti. Va bene cosi, solo che a volte manca quel prolungamento, quella cuccia che era per me l'amico. La simpatia incondizionata.
Boh, vabè.
Si è soli prima di tutto. E va anche bene, basta abituarcisi e ricordarselo ogni tanto.
Non ho altro da dire per ora. Avevo solo bisogno di liberare un po di pensieri.
giovedì 19 febbraio 2009
Una dichiarazione d'amore
Una cosa scritta tanto tempo fa, ma che oggi tiro fuori.
Un modo per ripensare alla mia amica L., e a quell'estate, un modo anche per ricordarsi di molte altre cose che forse è meglio lasciare senza definizione. Definire talvolta, è infatti uno spreco.
Piede destro, piede sinistro.
Cammino su una linea che è la storia di qualcuno.
Forse è un burrone invisibile o forse è l’aria di un passato anche sotto i miei passi.
E’ come una bella signora ormai adulta. La sua bellezza è forse d’altri tempi, un po’ sfiorita; ma nel passarle davanti si sorride al fascino di quei suoi occhi saggi e ricchi di vita.
Una donna : un po’ triste, magari delusa.
E’ stata percossa, si. Però lei si è alzata in piedi e con gli occhi gonfi di lacrime si è messa la cipria, un bel rossetto rosso e ha spruzzato un’acqua di colonia un po’ acre, sul suo collo. Un collo sempre celato, naturalmente.
Si chiama Berlino, Die Stadt. Die Dame.
La più bella signora che io abbia mai incontrato.