giovedì 23 aprile 2009

ennesima ( 1 )

Avevo 18 anni, quarto anno di liceo linguistico.
All'epoca ero fidanzata con un ragazzo che era pazzo di me, e anche io ero abbastanza presa da lui ( io sono stata presa da tutti i miei ragazzi onestamente,finchè loro non mi hanno deluso.E lo dico senza arroganza. Forse è questo che mi sfibra.)
Era primavera, c'era quel piacevole sole tiepido, io uscivo da scuola alle 13,40 per ritornarci verso le 14,30 o 15,00 al massimo. Orario in cui si iniziava con il laboratorio di teatro ( che proprio un laboratorio non era, ma in quel momento era l'unica cosa che potevo permettermi per regalarmi l'illusione di recitare.Dovevo finire la scuola e i miei genitori mi volevano bell'impacchettata in un cento tutto convenzionale. Fino in fondo. Forse anche io mi volevo così, ma perchè così mi avevano insegnato a pensare. Se adesso potessi ritornare indietro mi vorrei scolasticamente sufficiente, il 6 politico per intenderci, ma molto piu strafottente).Yu-hu !
Quell'anno incontrai un grande amico, Varvone ( per via della sua barba folta ) e insieme mangiavamo pizze comprate dalla pizzeria "il capriccio", bevevamo Peroni o vino primitivo e ascoltavamo, tra le varie cose, gli afterhours, in quello che noi chiamavamo IL LOCALETTO.
Un posto consacrato solo all'ascolto di noi stessi e della musica.
All'epoca ero fragile, vibrante, mi emozionavo pensando al futuro, poi però mi sentivo anche ambiziosa e destinata ad un successo sicuro. Oh, ero veramente così.
Veramente.
Il localetto era quasi sempre in penombra, illuminato solo dalle candele, c'erano due poltrone stile salotto degli 70 e un tavolo allestito a banco in cui ci stava di tutto. Dai disegni che varvone faceva ai posaceneri pieni di mozziconi di sigarette e spinelli, ai testi che lui scriveva, che io scrivevo, alle lettere aperte che ci scrivevamo e che poi ci leggevamo curiosi di ascoltarne il consenso o il parere contrario.
Stamattina, ho riascoltato gli Afterhours, mentre ero al lavoro, a Greenock, ed ero tutta affacendata in un piattissimo copia e incolla di nomi di aziende e verifiche delle stesse. Il drag and drop delle 11,30, quello che fai perchè non puoi fare altre chiamate visto che tutti escono dall'ufficio perchè in Francia stanno un'ora avanti e vanno a mangiare.
Quante cose sono cambiate, quante persone che se guardo indietro non vedo piu, e quante altre ne ho incontrate.
Mi chiedo solo se ne sia valsa la pena. Si,perchè oggi dopo tutto sto tempo che sto qui per la prima volta mi sono chiesta se veramente ho fatto bene le mie cose in tutto questo tempo . Se dopo 6 anni dai miei 18, ascolto gli afterhours dicendomi che mi mancano delle cose, forse ho sbagliato delle fasi e devo ammetterlo. Se uno sbaglia deve ammetterlo, per permettersi un proseguimento del viaggio piu tranquillo. Per lo meno.
Forse in tutto questo tempo io ho fatto quello che gli altri volevano. I miei genitori e tutti i miei fidanzati. Tutto fatto per non deluderli e non rimanere da sola. E io so quanto cazzo avevo paura di essere sola. Così tanta paura che sono venuta qui.
Adesso, sono qui da quasi due anni.Niente da parte, un lavoro gratificante solo quando sono di buon umore ( perchè poi è veramente chiedere troppo quando questo lavoro ti deve piacere se lo guardi con oggettività e obiettività). La motivazione c'è ma piu che altro grazie ai colleghi, per lo spirito sfigato che tutti condividiamo, non per altro. E a volte mi faccio rabbia perchè mi sento un criceto che insegue una chimera. Per la prima volta mi sento come se avessi perso tempo. E questa sensazione di perdere tempo, di essere fuori dal binario mi da fastidio.
Si dice che la crisi uno l'abbia ai 30 anni, ma io ne ho 26 e mi sento abbastanza alla deriva, senza approdi. Un bel pò diversa da quella che aveva tutte le ambizioni del mondo.
Sarà che è fine mese, sarà che sto aspettando lo stipendio, sarà che devo mettere da parte i soldi per andare al Fusion Festival, sarà che mi devo comprare delle altre scarpe o almeno un prodotto per non rovinare la pelle di quelle che ho attualmente, sarà tutta sta musica mi stordisce e al tempo stesso mi parla e mi dice cose che non voglio sentire, sarà che sono nella vita adulta anche se non l'ho voluta e non l'ho chiesta. Sarà per qualche cazzo di motivo ma io non c'ho proprio voglia di sbattermi ancora. Questa è la verità. Io mi sento stanca.
E mi sento stanca di tutto, soprattutto di pensare, di pensare per paragonarmi agli altri, per vedere quante parole nuove so, per vedere se mi ricordo quelle che ho imparato 5 anni fà, stanca di essere stanca.
Porca miseria. Non è cosi che deve andare.
Ma se penso al mondo, mi sembra troppo freddo per accogliermi e se penso a me,a ME diamine, mi sento una che non ha ancora capito niente di come si vive e più mi affanno per trovare la soluzione più non la troverò mai.

Volevo mettervi la canzone NON è PER SEMPRE ( Afterhours appunto, ma su youtube non c'è niente che valga veramente la pena di postare salvo per una versione che però riporta spezzoni del film Dogville - per carità bellissimo- ma vorrei tenere le due cose distinte) . Vabè, poco male, potete sempre ascoltarvela voi. Anzi vi do la mia triade : OSSIGENO - RAPACE - NON è PER SEMPRE.
Ciao.

1 commento:

Anonimo ha detto...

bellissima quella canzone degli afterhours