venerdì 30 gennaio 2009

Nell'angolo, in basso.

A volte mi dimentico che sto cambiando e torno indietro alla stasi. Poi quando mi risveglio avverto il senso di fastidio per essere stata ferma, per essermi fatta fregare ancora una volta dalla tentazione di rimandare le cose.
No, ripeto : Stavo cambiando, e per quanto questo possa comportare crolli, abbattimenti emotivi, poi recuperi brillanti alternati di nuovo a precipitosi balzi nel vuoto, io voglio continuare a cambiare.

Sono tutta dentro di me, e niente fuori. Certe volte è così lo ammetto. Non posso farci niente.

Ho visto per la prima volta in concerto Mary Gauthier, a Glasgow, in occasione del Celtic connections festival che ( mi sa ) l'anno prossimo potrei anche non vedermi piu perchè magari sarà anche venuto il tempo giusto per lasciarla la Scozia.
Se dovessi dire che ne penso di questa donna direi in una parola ipnotica.
Mi ha preso gli occhi e se li è letteralmente buttati addosso.
Lei, capelli corti, camicia, gilet, un paio di ciondoli, stivali texani, chitarra e degli occhialini con lenti rossastre che per diverso tempo del concerto hanno alimentato in me la perplessità che piuttosto che occhiali quelle fossero reali occhiaie.
Si è messa a cantare Falling out of love, ha raccontato una storia, la sua voce e la sua chitarra dovevano esserne state protagoniste.
O almeno questo è quello che ho pensato quando le ho sentito dire : " Let me out, set me free ".

Grazie per chi mi legge. Quei pochi che casualmente si ritrovano sulle mie pagine e vagano anche solo per un istante nella mia stanza popolata di pensieri eternamente contraddittori.

lunedì 12 gennaio 2009

Living is easy with eyes closed, misunderstanding is all you see

C'era una volta un bicchiere di vetro, che era sempre stato conservato in credenza e tirato fuori alla giusta occasione per un sorso di vino. Il bicchiere era contento tutto sommato perchè sapeva di essere utilizzato per la sua funzione, contenere del liquido,ed essere toccato dalle mani e dalle labbra di qualcuno. Anche quando veniva riposto in credenza non si perdeva d'animo nè si rattristava, perchè sapeva che ben presto sarebbe arrivato il momento in cui qualcuno l'avrebbe afferrato per usarlo di nuovo.
In fondo quella vita non era poi cosi male. Partecipava alle serate di tanta gente, ascoltava i discorsi talvolta impegnati talvolta frivoli di tutti quelli che bevevano, per non parlare poi di quando vedeva persino la gente lasciarsi andare ad effusioni ed abbracci promiscui che il vino procurava. Fosse anche solo per puro piacere conviviale.
Gli piaceva essere li, non era mai solo, e in più ad un certo punto arrivava anche il momento in cui qualcuno prendeva lui.
Quello era il momento che lui preferiva. Si sentiva guardato, ammirato, sentiva su di sè gli occhi addosso del bevitore che si era acceso l'ennesima sigaretta, si gustava i primi due tiri a bocca asciutta e poi iniziava il gioco. Tendeva la mano, toccava il bicchiere con la mano aperta, e lo portava vicino alle labbra. Magari una risata improvvisa procrastinava persino quel momento da lui tanto atteso del primo sorso ma lui era li, sempre tra le mani del bevitore e si diceva che in nessun altro posto poteva stare così bene se non li. Era solo questione di attimi,presto sarebbe stato avvicinato alle labbra, ne avrebbe sentito la morbidezza e il calore.
In effetti così accadeva. Veniva lentamente svuotato del suo contenuto e poi riempito di nuovo per serate che sembravano interminabili.
Il bicchiere faceva il suo dovere, era fermo, efficace e funzionale.
Poi un giorno, in seguito ad una bevuta più prolungata del solito tutti gli invitati lasciarono l'appartamento molto tardi e il padrone di quella casa andò a letto lasciando tutto più o meno così com'era.
Spense le luci, si lavò i denti e si mise a letto.Non prima però di aver spostato tutti i bicchieri da vino in cucina, ancora sporchi, alcuni di più altri leggermente di meno, ma tutti ammucchiati in cucina, a pochi centimetri dal lavabo in cui sarebbero stati lavati.
Il padrone di casa il giorno dopo, però, non lavò quei bicchieri. Nè lo fece il giorno dopo ancora.
Il padrone di casa era stanco e improvvisamente svogliato e lasciò quei bicchieri li per diversi giorni.
Allora il bicchiere iniziò ad annoiarsi, si diceva che se non fosse stato rilavato presto, non avrebbe potuto godere di altre serate, di altre labbra, di altra leggerezza. E in più era sporco, opaco, con le impronte dei polpastrelli di quel tipo un pò spaccone e arrogante che per tutta la serata, l'ultima, l'aveva tenuto tra le mani. ( E ora che se ne ricordava erano anche un pò tozzarelle e sozze quelle mani ) . Improvvisamente la realtà iniziava a sembrargli diversa e non gli piaceva quello che vedeva.
Continuò a guardarsi intorno finchè non vide nel suo campo visivo ma ben più lontano da dove si trovava lui, un'altra fila di bicchieri. Lindi e pinti. Erano bicchieri da acqua !
Si sentì oltraggiato, deluso, ferito. Il padrone di casa l'aveva lasciato li ad incrostarsi di quel vino mentre quei plebei bicchieri da acqua erano li, puliti e luminosi, nel loro angolino.
Iniziava ad avere freddo per la tristezza, che tuttavia non voleva mostrare ai suoi compagni. Loro infatti non si ponevano più di tante domande e più che guardarsi intorno guardavano in alto, come chi in una sala d'attesa prima di entrare nell'ambulatorio del dentista non guarda in faccia quelli che gli stanno seduti attorno o di fronte per non porsi troppe domande, ma magari guarda i quadretti appesi alla parete ( e ci scorge la firma in basso al lato di quello sfigato pittore di paese che ha fatto il regalo al dentista dopo essersi fatto fare la pulizia del tartaro ) o magari dà un'occhiata disillusa alle riviste sul tavolino centrale scoprendoci infatti senza troppo stupore i numedi di OGGI e GENTE di mesi prima, ancora lì, con la faccia di Al Bano e il titolo in copertina che riassume la sua vita svenduta ai media.
Insomma quel bicchiere stava iniziando a stare male. Più guardava quei bicchieri e più sentiva la necessità di continuare a guardarsi intorno per continuare a scoprire quali altri nefandezze fossero così evidenti ma nonostante tutto mai viste prima da lui.
Immediatamente gli balenò "alla testa" un pensiero. Era stato raggirato. Sempre lì, rinchiuso in quella credenza e tirato fuori solo all'occorenza non aveva potuto mai capire cosa di vero ci fosse attorno. Non aveva mai visto il resto. Non gli era mai neanche stato mostrato.
Poi continuò a girare lo sguardo attorno e più in là vide persino un suo simile ma messo fuori dal gruppo. Cercò di mettere meglio a fuoco e lì si rese conto che in effetti quell'altro bicchiere da vino attualmente non era neanche utilizzato per la sua funzione apparente.
Era diventato ormai da diverso tempo recipiente di biglie colorate. Ed era lì, algido ed imperturbabile a custodirle.
Allora i due bicchieri si parlarono nel loro linguaggio fischilino e il bicchiere da vino chiese a quello da biglie:
- " Scusi ( il Lei gli venne spontaneo vista l'austerità che quello trasmetteva ) , mi scusi... Lei ha sempre fatto questo nella vita? Cioè.. contenere biglie ? "
E il bicchiere da biglie rispose : " No giovanotto, certo che no... Non mi vedi, io sono un bicchiere da vino rosso. Corposo e molto maturo per giunta. Il mio corpo ampio è stato pensato apposta per tenere vini rossi lungamente affinati e farli ossigenare meglio. "
- " E allora scusi, perchè adesso si ritrova con tutte quelle biglie all'interno? "
- " Perchè è capitato che un giorno si siano rotti gli schemi per me ed improvvisamente sono stato notato anche per qualcos'altro. Certo ( aggiunse lui quasi con modestia ) la mia stazza ha sicuramente aiutato. Non ho certo un aspetto vittimista io con tutta l'ampiezza che mi ritrovo... "
- " No, certo che no" disse l'altro quasi con fastidio pensando invece alla sua forma un pò piu piccola, ridimensionata, da vino liquoroso insomma..calice piccolino.. e poi continuò " Ma lei crede che il padrone mi laverà e mi rimetterà a posto per usarmi presto di nuovo ? Io non voglio stare qui ancora a lungo a sporcarmi "
- " Senti giovanotto, io non lo so quello che ti sarà fatto. Smetti di chiedertelo. Nessuno sa quello che potrà accadere. Devi solo stare dove sei e usare la fantasia quanto più puoi, per non annoiarti mai, e nel frattempo divertirti. Vedrai che cosi il tempo ti passerà e quando sarai lavato sarai sollevato, si , ma non come se fosse l'unica cosa che poteva capitarti. Nel frattempo avrai scoperto che puoi vedere altre cose, non c'è la buia credenza come unico posto in cui stare. E dopo anche se nella credenza verrai riposto,saprai che almeno avrai visto anche dell'altro. Avrai spostato i tuoi limiti "
- " Ma io ho paura di spostare i miei limiti ! Se quello che scopro dopo, stando fuori dalla credenza, non mi piace, non potrò in ogni caso dimenticarlo e allora starò male. Vede, già stare qui e aver visto quei bicchieri d'acqua ricevere un trattamento migliore del mio... non lo sopporto ! "
- " Ragazzino non fare tanto il sofisticato eh . Non sei l'unico sai.. nell'appartamento accanto ci saranno almeno altri quattro calici piccoli come te, cosa credi, di essere l'unico bicchiere da Porto sulla faccia della terra? "
Il bicchiere da vino neanche rispose. Era in un silenzio che voleva significare ammissione.
Il bicchiere da biglie riprese ad aggiunse : " Alla fine ti è stata data un'opportunità anche se tu non la volevi. Tutto qui. Guarda che puoi girare le cose a tuo vantaggio. Da oggi e finchè non sarai lavato : osserva. Osserva tutto quello che hai intorno e che ti incuriosisce, pensaci su. E capirai che questa è stata la tua fortuna rispetto ai bicchieri da vino che sono chiusi in credenza proprio qui nell'appartamento accanto. Tu stai vedendo qualcosa di nuovo e chissà che anche tu un giorno non venga notato come è successo a me e venga usato per qualcosa di diverso ! Preferisci essere uguale a tutti gli altri bicchieri da vino o avere la tua unicità ? ... Io dico che ti piacerebbe di piu fare qualcosa di diverso. Rifletti, senteresti profumi, odori, nuovi. Gente nuova a nuovi ed inconsueti orari del giorno. "

All'improvviso si sentì la porta di casa aprirsi, il padrone rientrò e poggiò una sporta proprio li davanti al bicchiere da biglie il quale borbottò qualcosa e poi smise di parlare.
Il bicchiere da vino dovette aspettare ancora due giorni prima di essere lavato. Dopodichè fu riposto in credenza,e ne fu deluso perchè invece stavolta era curioso di mettere in pratica i consigli del bicchiere da biglie ma poi si disse che doveva avere pazienza e nel frattempo usare il suo pensiero per divertirsi e fantasticare e non per lamentarsi. Sapeva che prima o poi avrebbe smesso di essere un bicchiere da vino. E non vedeva l'ora.

sabato 10 gennaio 2009

" Bip - Bip "

E' il 10 gennaio 2009, un nuovo anno cominciato da poco, e la sottoscritta sempre uguale.
Almeno, non mi smentisco mai..
Sono le 2,34 ed io mi sono svegliata appena un'ora fa dalla mia pennichella, che voleva restare circoscritta alla fascia pomeridiana o al massimo alla prima serata.
La settimana è stata intensiva, non saprei se definirla produttiva o meno ( visto che solo di maledetti numeri si tratta) ma di sicuro per affrontarla ho dovuto fare un discorso piu o meno schietto con i miei neuroni dicendo loro che se mi facevano il favore di non abbandonarmi, poi promettevo un week-end all'insegna del nutrimento e del terapeutico bombardamento di immagini e concetti interessanti.
Sono a casa da sola, nella mia camera che ormai da un pò di tempo è illuminata da varie lampade e luci sparse, solo perchè la lampadina principale è guasta da un mesetto o più ed io non ho una scala per salire su e cambiarla.
Se pensate che sia una che quindi si rassegna facilmente agli eventi, vi dico che in ogni caso vi sbagliate. Non è certo per una lampadina non cambiata da un mese che si può affermare una simile idea, anche se poi è la vostra, ed io la rispetto comunque.
Però permettetemi di dire che ho ribaltato la situazione in modo alternativo e la mia stanza si illumina comunque.
E' un pò strano questo momento. C'è un silenzio piacevole in casa mia, sono da sola.
La mia camera è in penombra, girando la testa a sinistra posso intravvedere le luci della strada dalla finestra, intuire l'origine di qualche sporadico rumore che viene sempre dall'esterno,poi invece all'interno come appunto dicevo è tutto molto silenzioso. Soltanto l'allarme antifumo (ormai guasto da mesi ) mi fa compagnia, emettendo un bip che somiglia quasi ad una suola di gomma che scivola su un pavimento di marmo. Non so se avete presente.
E devo dire che mi sta bene. Si.
Almeno per oggi mi sta proprio bene.
Sono tranquilla, adesso, dopo un rientro dal lavoro in cui mi stavo quasi facendo prendere dal panico per non riuscire a capire a cosa volessi dare la priorità. Se a me stessa o agli altri.
Ma poi no. Mi sono detta : che gli altri stiano fuori.
Oggi: non accompagnerò la mia coinquilina in macchina a fare la spesa al supermercato ( ho quasi spudoratamente ignorato i suoi commenti riguardo la sua parte di frigo mezza vuota) ; non vedrò gente se non perchè reale interesse umano lo richiede; non butterò l'ennesima carta a terra in camera dicendomi che tanto poi lavo e pulisco e nel frattempo invece il pavimento ai piedi del mio letto somiglia più al banco di una cartoleria che ad altro.
Lo so, possono anche non essere grandi e nobili propositi per il nuovo anno ma almeno sono alcuni dei miei piccoli obiettivi. Fidatevi, se iniziate dalle piccole cose anche la "bigger picture" sarà più allettante.
Sto anche fumando di meno e non capisco come mai.
Da qualche giorno il sapore del tabacco non mi delizia neanche più di tanto. Forse leggera intolleranza anche per lui. A proposito di intolleranza : ieri ne sono stata afflitta per circa un'ora e mezza. Atroce, da non poter capire se non lo si prova.
Gente che non ti ha fatto niente ma che odi più o meno profondamente, per qualche istante, e senza una reale, valida e logica ragione.
La fortuna è che in tali casi per ora, riesco ancora a capire che si tratta di una mia visione distorta delle cose, e quindi non me la prendo con loro. Sarebbe inutile esternare tutto il mio odio sapendo che da lì a poco svanirà perchè non è neanche sincero..
Non fraintendetemi. Voglio solo dire che non mi va di rovinare rapporti che tutto sommato non mi fanno male, solo perchè io sono incostante al cazzo nella mia testa.
Adesso c'è anche il vento in strada. Ed è strano sentirlo stando chiusa in casa. Sembra quasi lo scenario di qualche film horror veramente di pessima qualità.

Ma parliamo di cose serie. Mi sono messa in testa che voglio cambiare lavoro e vorrei anche cambiare posto in cui vivere. Per diverse ragioni, sembra che la permanenza in Scozia abbia fatto il suo tempo e che non ci siano che altri pochi mucchietti di sabbia nella clessidra che porta il conto.
Dove andrò, cosa farò, come e perchè?
Mi sembra di non avere le risposte e anzi di avere persino paura di saperlo. Però ci si deve muovere perchè cosi è. Cosi è dopo essere stati messi al mondo e dopo aver capito che più o meno bisogna sempre cavarsela da soli.
Non so se sono una persona libera, e mi interesserebbe capirlo.