sabato 7 febbraio 2009

COSA SIGNIFICA ABORTIRE.

Cosa significa abortire? Non per Ferrara, non per il Papa, non per i religiosi, cattolici, o di qualunque altra appartenenza. Ma cosa significa per le donne e le ragazze. Dunque, posso provarci. Abortire, scientificamente è un'interruzione di gravidanza, possibilmente entro il terzo mese di gestazione, decidendo consapevolmente di porre fine ad una possibile vita che non si è ancora completata ma che di certo è già iniziata. Come si può arrivare ad essere incinta, beh... questo penso sia per lo meno chiaro. Tuttavia opto per un ripasso (semplicemente perchè è meglio non dare mai le cose per scontato) : la gravidanza si contrae quando uno spermatozoo feconda l'ovulo, e questo presuppone naturalmente un rapporto sessuale. Non protetto. O seppure protetto da contraccettivi come profilattici, pillole, spirali, diaframmi, è un rapporto con una minima percentuale di rischio che la contraccezione non abbia funzionato e quindi l'implicazione è appunto la fecondazione del tutto imprevista e non pianificata. Nè dalla donna, nè dall'uomo. Ancora, una gravidanza può contrarsi quando una donna è stuprata. Aggiungere brutalmente mi sembra inutile, visto che uno stupro è una violenza carnale che viene eseguita contro la volontà della donna, e in quanto tale è un atto animale, barbaro e brutale. In quest'ultima circostanza naturalmente la donna si ritrova a dover affrontare molteplici problemi quali non solo la possibile gravidanza da parte di un barbaro ma anche il rischio terrificante di aver contratto gravi e mortali malattie veneree. In tutti i suddetti casi quindi, la donna si ritrova nella importante circostanza di avere un embrione che cresce dentro di se. Il suo ciclo mestruale si interrompe, la donna inizia ad avere nausee, vari sintomi di stanchezza e spossatezza, voglie, e il suo stesso corpo inizia un mutamento. Il seno cresce, le gambe diventano i certi casi più gonfie e uno spiacevole senso di appesantimento diventa quasi routine,per circa nove mesi. Momento in cui la donna, se ha deciso di portare a termine la gravidanza , dà alla luce un neonato che può essere riconosciuto come il suo figlio naturale. Se la donna decide di non portare a termina questo ciclo, deve ricorrere a dei metodi clinici e artificiali che prevedono l'interruzione del tutto. Ormai in molti casi, e in alcuni paesi europei è possibile abortire. Ma questo non significa che sia semplice, nè che la cosa sia capita e approvata. La donna elabora il pensiero dell'aborto principalmente per una ragione: per un senso di impreparazione che la coglie nel momento in cui è troppo giovane,o è inesperta, o è sola, e assolutamente e irrimediabilmente lontana anche solo dall'idea di poter avere un figlio di cui prendersi cura. Con tutto quello che ciò significa e quindi: soldi da spendere, energie sempre pronte da dedicare alle nottate in bianco, costanza nell'attenzione e nell'educazione che ad un figlio vanno date. Una donna, proprio per il suo istinto materno, decide per il destino del nascituro. Perchè mettere al mondo è un gesto d'egoismo, visto che il nascituro non ha mai chiesto nè di essere concepito nè di essere scaraventato in questo mondo miserabile. E allora altrettanto egoistico è decidere di non far mai nascere una persona. Si pensi solo per un attimo a donne che infischiandone, e alcoliste, tossicodipendenti, nonostante tutto partoriscono. Beh quelle donne hanno drammaticamente compromesso la vita dei loro figli, esseri umani che nasceranno con seri problemi mentali e fisici,e non me ne frega niente di quello che dice la scienza a proposito, di quali buone percentuali di recupero ci sono. Parlate con le famiglie che quei bambini li hanno adottati,e poi possiamo riparlarne.

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